Scientia et pietas, disciplina et veritas

Patroni dell'Accademia

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Sacro Cuore di Gesù

patrono
ispiratore della parola "pietas" nel motto dell'Accademia

Fin dalla fondazione, i membri dell'Accademia hanno sentito una particolare predilezione per il Sacro Cuore di Gesù, per diversi motivi, tutti particolarmente significativi e importanti.
Anzitutto, perché il Cuore di Gesù è il segno più mirabile dell'amore di Dio per noi, fonte di ogni vocazione: infatti la fiamma ardente sopra il cuore simboleggia l'aspirazione che si prova a lasciarsi riscaldare da questo amore; inoltre dal cuore scaturiscono raggi di luce, che indicano l'illuminazione della sapienza divina, l'unica in grado di colmare il desiderio di conoscenza che ha animato i fondatori.
Il simbolo stesso dell'Accademia richiama nella sua forma un cuore ed è ispirato a un chiaro simbolismo centrale (l'albero con tre radici e tre rami), che nell'intenzione dei fondatori non rimane impersonale, ma è esplicitamente riferito a Cristo con il richiamo alla parabola della vite e dei tralci (clicca qui per approfondire il simbolo dell'Accademia).
La scoperta di un rapporto personale con l'amore di Dio, nella figura di Gesù che ci apre il suo cuore, fonte di ogni virtù, ha determinato la scelta di onorare il Sacro Cuore di Gesù come patrono dell'Accademia, soprattutto al pensiero delle promesse che Egli fece nelle Sue rivelazioni a S. Margherita Maria Alacoque, tra cui la più pertinente la nostra attività: «A tutti coloro che lavoreranno per la salvezza delle anime darò il dono di commuovere i cuori più induriti».
In onore del suo patrono, l'Accademia invita dunque tutti i membri alla S. Messa in occasione di ogni primo venerdì del mese, come richiesto da Gesù stesso ai fedeli devoti al suo Sacro Cuore.
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Maria Santissima, Sedes Sapientiae

patrona
ispiratrice della parola "scientia" nel motto dell'Accademia

La scelta di affidarsi alla Madonna come patrona dell'Accademia è stata motivata dalla considerazione che in tutta la sua vita terrena la Santa Madre di Dio ha sempre operato per indirizzare gli uomini verso la fede nel suo amatissimo Figlio.
Se, come insegna la Scrittura, vera sapienza è eseguire la Volontà di Dio, allora giustamente Maria è onorata con il titolo di "Sede della Sapienza". Il fine principale dell'Accademia è di educare i propri membri per aiutarli a seguire la propria vocazione di cristiani e testimoni del Vangelo: chi meglio di Maria potrebbe vegliare come patrona sull'associazione, affinché i suoi membri possano conseguire il frutto dei loro sforzi, intercedendo presso il Figlio per ottenere tutte le grazie necessarie a questo scopo?
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Il titolo "Sedes Sapientiae (Sede della Sapienza)" è riferito al trono di Salomone: nella stampa Maria personifica la Sapienza, seduta sul trono di Salomone insieme al Figlio, la Sapienza del Padre, come dice l'iscrizione latina "In grembo Matris sedit Sapientia Patris (nel grembo della Madre siede la Sapienza del Padre)".
Il cammeo è circondato dai simboli della scienza e della conoscenza (globo, telescopio, libri, squadra e compasso); la parte inferiore dell'impalcatura architettonica mostra sette figure femminili in piedi sotto il trono, che contornano la semplice iscrizione "Verbum", il Verbo.
L'iscrizione inferiore recita "Sapientia aedificavit sibi domum, excidit columnas septem (la Sapienza si è edificata una dimora, si è intagliata sette colonne)", tratta da Prov 9,1. Le sette colonne sono personificate dalle sette arti liberali (le figure femminili), nella tradizione culturale antica del trivio (grammatica, logica e retorica) e del quadrivio (aritmetica, geometria, musica e astronomia), per cui queste arti erano preparatorie allo studio serio della filosofia e della teologia. Altri interpreti vedono in queste sette figure femminili le sette virtù (tre teologali e quattro cardinali) oppure i sette doni dello Spirito Santo.
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S. Domenico

co-patrono, fondatore dei Padri Predicatori
ispiratore della parola "disciplina" nel motto dell'Accademia

L'ordine fondato dal grandissimo S. Domenico identifica nello studio uno dei mezzi specifici per raggiungere lo scopo della vocazione religiosa, insieme alla preghiera corale e alle osservanze regolari; così concepito, lo studio diventa una vera e propria via verso la santità, esplicitando una forma di carità che mira a operare contro quelle forme di povertà spirituale che, soprattutto ai nostri tempi e nelle nostre società moderne occidentali, impedisce a tante anime di raggiungere l'amicizia e la pace che solo la conoscenza di Dio può dare.
Come dice l'Apostolo: "Quomodo credent ei quem non audierunt? Quomodo autem audient sine predicante? (In che modo crederanno a Colui di cui non hanno sentito parlare? In che modo poi ne sentiranno parlare senza qualcuno che lo annunci?)"
S. Domenico è fra i primi ad avere prescritto in modo sistematico ai suoi frati predicatori lo studio come mezzo di evangelizzazione e apostolato: la sua intuizione è quanto mai attuale, perché le persone non si accontentano più dell'annuncio dogmatico delle verità cristiane, ma desiderano una dimostrazione secondo ragione delle verità di fede: il dialogo fra fede e ragione è ancora oggi la via migliore per persuadere l'intelligenza di coloro che cercano Dio nella Verità e desiderano comprendere le ragioni per cui è bene credere, il valore e la credibilità della divina rivelazione.
La disciplina dello studio, l'amore per la verità, la devozione al culto con il canto corale delle divine lodi, la carità verso i fratelli per sovvenire alle loro necessità spirituali sono tutti tratti che ci fanno sentire vicino questo grande santo, pur avendo scelto di perseguire gli stessi fini lungo la strada dello stato laicale: per questo motivo affidiamo alla sua guida e protezione la nostra attività didattica.
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S. Tommaso d'Aquino

co-patrono, patrono delle scuole cattoliche
ispiratore della parola "veritas" nel motto dell'Accademia

Al mondo non è mai sorto e — ne siamo convinti — mai sorgerà un genio teologico del valore scientifico e spirituale del sublime S. Tommaso d'Aquino.
La sintesi che egli è stato in grado di operare fra cultura filosofica profana e teologia cattolica, cogliendo i migliori frutti di verità presenti in ogni dottrina, unendo speculazione e mistica in una perfetta armonia fra intelletto e cuore, rimane tuttora insuperata.
Il suo carattere mite, capace di disputare con gli avversari non solo senza portare rancore, ma addirittura animato dal fervore apostolico di convertirli alla verità cattolica, il suo zelo nel non ammettere alcuna confusione fra verità ed errore, senza mai fuggire dalle battaglie impostegli dalla necessità di difendere la fede, sono esempi luminosi e quanto mai attuali, che ci spiegano il corretto modo di intendere l'ecumenismo, senza mai cedere alla tentazione di un vuoto irenismo e alla falsa speranza di poter piacere e ottenere consenso da tutti.